La scena l’abbiamo vissuta tutti: prima del decollo, il personale di volo spiega quali siano le procedure di sicurezza, ma la platea dei passeggeri è distratta: chiacchiere, messaggi sul cellulare, giornali, qualcuno si è già appisolato… Eppure quelle semplici indicazioni, illustrate in due minuti scarsi, possono fare la differenza nel caso di un atterraggio di emergenza. Certo, l’idea generale, quasi scaramantica, è “tanto non capita mai”. E in un certo senso è così: secondo la Faa (Federal Aviation Administration, il dipartimento statunitense per l’aviazione civile) avvengono circa 30 evacuazioni di aerei all’anno, su quasi 39 milioni di voli nel 2019, anno da record. Ma anche fare 6 al Superenalotto non capita quasi mai, eppure molti ci giocano e alla fine qualcuno vince. E nella lotteria al contrario delle emergenze aeree è meglio
farsi trovare preparati.
Il pensiero va a quanto accaduto al volo 516 di Japan Airlines lo scorso 2 gennaio. L’Airbus A350-900 ha urtato in fase di atterraggio a Tokyo un aereo della guardia costiera nipponica, prendendo mmediatamente fuoco. Dopo essersi fermato in fiamme sulla pista, i suoi 367 passeggeri e i 12 membri dell’equipaggio sono riusciti a uscire tutti dal velivolo senza feriti gravi. «In questo caso l’evacuazione è stata favorita dal fatto che i passeggeri hanno mantenuto la calma e sono usciti tutti senza il bagaglio a mano», sottolinea Pietro Luigi Rinaldi, consulente e formatore in ambito Safety e human factor e Operation Manager di Dasty FlySim, importante centro di simulazione vicino all’aeroporto di Orio al Serio.
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